La risposta alla prima domanda è molto semplice ed è: quando vuoi tu.
Se il tuo amministratore di condominio non porta benessere nel tuo condominio o ha per qualche ragione ha perso la tua fiducia, la legge è dalla tua parte e ti permette di revocare l’amministratore di condominio in qualsiasi momento.
A questo punto potresti avere altre due domande.
La prima è come fare per revocare l’amministratore di condominio e ti rispondo in modo esaustivo nell’unica guida completa sull’argomento e sempre aggiornata Come revocare l’amministratore di condominio senza sbagliare: guida completa e aggiornata al 2020
La seconda domanda che ti potresti fare è “Ok, ho capito che posso revocare l’amministratore in qualsiasi momento, ma qual è il momento migliore per farlo e quanto ci costa?”
È una domanda più che giusta e lecita e ti rispondo subito.
Il momento ideale per la revoca è quando scade il mandato dato dal tuo condominio all’amministratore. In realtà in quell’occasione non si parla nemmeno della revoca, ma della fine del rapporto contrattuale che non viene rinnovato.
In questo modo il processo è molto lineare: allo scadere del mandato dell’amministratore attuale, il mandato non viene rinnovato e viene nominato un nuovo amministratore.
Il cambio dell’amministratore nel momento della scadenza del mandato è il momento ideale perché non si pone il problema della revoca con o senza giusta causa. In altre parole, si esclude la possibilità di qualsiasi tipo di pretesa da parte dell’amministratore attuale di chiedere soldi al condominio per mancati guadagni o per danni.
Poi ci sono situazione in cui l’amministratore di condominio ha commesso delle gravi irregolarità e anche in quel caso la revoca non comporta nessun tipo di aggravio per il condominio, anzi il condominio potrebbe addirittura chiedere i danni all’amministratore.
Tuttavia, se non si tratta di somme grandi con i tempi di giustizia che ci sono in Italia è meglio lasciar perdere e concentrarsi sul trovare un nuovo amministratore di condominio che possa essere trasparente e portare il benessere nel condominio.
Se ti stai chiedendo quali sono queste gravi irregolarità, ti riporto proprio gli esempi previsti per legge:
- L’amministratore che non convoca l’assemblea per l’approvazione del rendiconto condominiale, in altre parole, se sono anni che in condominio non si fa un’assemblea e non si approva il bilancio;
- L’amministratore che si rifiuta di convocare l’assemblea per la revoca e per la nomina del nuovo amministratore;
- L’amministratore che non attua provvedimenti giudiziari e amministrativi o anche le deliberazioni dell’assemblea, ad esempio, se l’assemblea ha deliberato di cambiare la ditta delle pulizie e l’amministratore non lo ha fatto;
- L’amministratore non ha aperto e non sta utilizzando un conto corrente specifico intestato al condominio;
- L’amministratore ha creato confusione tra il patrimonio del condominio e il patrimonio personale dell’amministratore o di altri condomini, ad esempio, se l’amministratore ha pagato dal conto corrente condominiale fatture di un altro condominio;
- L’amministratore ha acconsentito, per un credito insoddisfatto, alla cancellazione delle formalità eseguite nei registri immobiliari a tutela dei diritti del condominio, in parole povere, se mettiamo caso il condominio ha l’ipoteca su un immobile e l’amministratore acconsente alla cancellazione dell’ipoteca senza che sia pagata al condominio;
- L’amministratore non provvede a recuperare le quote condominiali dai condòmini morosi;
- L’amministratore non fornisce al condomino che ne fa richiesta l’attestazione riguardante lo stato dei pagamenti degli oneri condominiali e delle eventuali liti in corso;
- L’amministratore non cura come previsto per legge i vari registri condominiale, ad esempio, il registro di anagrafe condominiale, il registro dei verbali delle assemblee, il registro di nomina e revoca dell’amministratore, il registro di contabilità;
- L’amministratore nel momento della nomina o del rinnovo del proprio mandato non ha comunicato:
- i propri dati anagrafici,
- i propri dati professionali,
- il proprio codice fiscale
- la denominazione della società di gestione (se opera con una società)
- la sede legale presso cui vengono tenuti quei registri che abbiamo indicato nel punto precedente,
- infine, i giorni e le ore di ricevimento in cui il condomino può consultare la documentazione condominiale,
- il proprio compenso.
Quali sono questi requisiti? Eccoli uno per uno. Può essere revocato:
- L’amministratore che ha perso il godimento dei diritti civili, con parole semplici vuol dire che ha persa la sanità mentale, che abusa di droghe o alcol, che è uno che sperpera denaro o che è economicamente fallito;
- L’amministratore che è stato condannato per delitti contro la pubblica amministrazione, l’amministrazione della giustizia, la fede pubblica, il patrimonio o per ogni altro delitto non colposo con la reclusione da due a cinque anni;
- L’amministratore è stato sottoposto a misure di prevenzione divenute definitive, cioè è un tipo di misure che servono ad evitare reati da parte di soggetti considerati socialmente pericolosi;
- L’amministratore è stato interdetto o inabilitato vale a dire riconosciuto totalmente incapace di agire;
- L’amministratore è stato iscritto nell’elenco dei protesti cambiari ovvero che ha dato in giro assegni che poi non ha pagato;
- L’amministratore non ha fatto il corso di aggiornamento annuale.
Questi requisiti sono essenziali e l’amministratore di condominio li deve possedere in ogni momento quando esercita la professione.
Ti dico che molti amministratori di condominio, soprattutto quelli di vecchia stampo, ignorano l’esistenza di questi requisiti.
Poi ti dico anche che ci sono amministratori che nascono in realtà da altre professioni – tipo avvocati, geometri, ragionieri, ingegneri e così via – convinti che loro essendo iscritti in un ordine professionale non devono fare la formazione obbligatoria annuale per esercitare la professione di amministratore di condominio.
È una convinzione assolutamente sbagliata che li espone al rischio e ti dà il modo di fare la revoca per giusta causa.
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